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Musica
RAVENNA FESTIVAL / Riccardo Muti inaugura l'edizione della ripartenza

RAVENNA FESTIVAL / Riccardo Muti inaugura l'edizione della ripartenza

Quando
21 Giu 2020
Orario
Ore 21.30
Dove
Rocca Brancaleone - Via Rocca Brancaleone - Ravenna
Descrizione
Non c’è verso più liberatorio, nell’intera Commedia e in tutta la poesia italiana, di “e quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inf., XXXIV, v. 139); non c’è forse immagine più colma di speranza che quella della Rocca Brancaleone, dove, domenica 21 giugno alle 21.30, Riccardo Muti sale sul podio per il concerto che apre la XXXI edizione di Ravenna Festival. Sembra giusto che accada a Ravenna, che accolse l’esule Dante; che accada alla Rocca, bastione e rifugio ma anche storica sede di concerti sotto le stelle - libertà in sicurezza, insomma - dove Muti stesso inaugurò la prima edizione del Festival nel 1990; che accada il giorno della Festa della Musica e del solstizio d’estate. Il giorno più lungo dell’anno, il più luminoso, per un concerto che torna a unire musicisti e pubblico, pur nel rispetto delle normative, e riallaccia il dialogo interrotto. Muti dirige la sua Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il soprano Rosa Feola in un programma di Skrjabin e Mozart coronato dalla maestosa Sinfonia n. 41 “Jupiter”. Il concerto, realizzato con il contributo di Eni partner principale del Festival, è già sold-out, ma sarà in diretta streaming gratuita su ravennafestival.live, in collaborazione con Riccardo Muti Music, e trasmesso da Rai Radio 3 in diretta su Euroradio. L'apertura del Festival è salutata dalla consegna della targa del Presidente della Repubblica, riconoscimento a un'edizione unica sotto ogni punto di vista, e dall'annuncio della partecipazione al concerto inaugurale della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del Ministro della Cultura Dario Franceschini e del Direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay. Primo luglio 1990: “tra le mura della Rocca Brancaleone, sotto la guida amorosa di Riccardo Muti, tutto sembra trovare un miracoloso equilibrio,” scriveva Rubens Tedeschi. Si alzava allora, per la prima volta, il sipario di Ravenna Festival; inizio di un cammino che in trent’anni ha esplorato paesaggi della musica e delle arti, conquistato sempre nuovi spazi allo spettacolo dal vivo, comprese le basiliche bizantine patrimonio Unesco, coinvolto decine di migliaia di artisti, accolto un milione di spettatori. Oggi, come nel 1990, in programma c’è (principalmente) Mozart: “Mozart è Mozart, non ha bisogno di giustificazioni - sottolinea Riccardo Muti - Le pagine musicali eseguite da 62 elementi dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini ci permettono di guardare con speranza al futuro e cercare dentro di noi il coraggio di recuperare parte di quanto perduto. L’Italia, il Paese della musica, deve rimanere una fortezza culturale”. La serata si apre con la Rêverie di Alexandr Nikolaevic Skrjabin, breve miniatura scritta nel 1898 che tanto piacque a Rimskij-Korsakov, il primo a eseguirla a San Pietroburgo, e che è pervasa da un’atmosfera sognante. Seguiranno il mottetto Exsultate, jubilate KV 165 e l’Et incarnatus est dalla Messa in do minore KV 427, entrambi affidati alla voce di Rosa Feola ed entrambi espressione di gioia, l’una più esuberante l’altra più intima. Il giovane soprano, ospite ricorrente del Festival dai tempi de I due Figaro di Mercadante diretto da Muti nell’ambito del progetto fra Ravenna e Salisburgo alla riscoperta della Scuola Napoletana, affronterà il celebre virtuosistico mottetto composto proprio in Italia, nel 1773, a Milano, poi l’estatico lirismo dell’Et incarnatus est, quasi una scena pastorale permeata d’amore per il creato e l’umanità. Completa il programma la maestosa Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551, quella “Jupiter” che Mozart compone durante la difficile estate del 1788, segnata da crescenti difficoltà economiche e da un grave lutto familiare. Da un periodo fra i più bui della vita del compositore nasce una sinfonia luminosa che ancora una volta libra il genio di Mozart al di sopra delle avversità quotidiane. L’olimpica grandiosità di queste pagine ispirò il soprannome “Jupiter” presumibilmente conferitole dall’impresario Johann Peter Salomon. Dotata di una tavolozza timbrica che ne valorizza il carattere solenne e vittorioso, la “Jupiter” coniuga la solidità epica del do maggiore - la tonalità della luce zenitale, solare e incontaminata - all’impiego intensivo del contrappunto. Una ricerca libera da scolasticismi e compiacimenti, che raggiunge il culmine nell’ultimo dei quattro movimenti, con il limpido e gioioso furore della fuga. Con questo concerto Ravenna Festival riparte dalla Rocca Brancaleone, ma anche e soprattutto dai musicisti dell’Orchestra Cherubini, rappresentanti di quella nuova generazione che più di ogni altra rischia di pagare il prezzo del prolungato silenzio. Il programma della XXXI edizione continua fino al 30 luglio con oltre 40 appuntamenti - tra concerti, teatro, danza e incontri - e raggiunge anche Cervia e il Pavaglione di Lugo.
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