Mostra antologica del pittore Ettore Panighi

La mostra Ettore Panighi.  Antologica 1955-2000, a cura di Claudio Spadoni, è dedicata a uno dei pittori romagnoli più significativi del secondo dopoguerra.

Dopo i primi anni di formazione alla Scuola d’Arti e Mestieri di Cotignola tenuta da Luigi Varoli, maestro dei migliori artisti d’area ravennate tra le due guerre, Panighi (1917-2007) ha poi frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna avendo come docente Virgilio Guidi, poi quella di Firenze sotto la guida di Felice Carena.

Maestri importanti, dai quali tuttavia l'artista ha preso le distanze assecondando una personale vena espressionista, grazie alla quale viene accostato a importati correnti artistiche europee come Die Brücke o la Nuova Oggettività.

Dunque, riferimenti europei assieme a caratteri propri dell'arte in Romagna più legata “alla concretezza delle cose”, come scrisse Franco Solmi, “per il peso anche greve di materia accalcata di luci e ombre”. Lo si vede in certe nature morte dense di cose comuni, ma con l’immancabile bottiglia del J&B. Inquietante è la serie delle “mezzene” di bue, memori di Rembrandt o anche della Bottega del macellaio di Annibale Carracci.

Sempre sul filo delle assonanze, singolari sono poi la sequenza dei ritratti di figure maschili e quella dei Cardinali. Panighi è dunque una figura eccentrica: un appartato pittore di Romagna, ma forse, per scelte linguistiche, il meno romagnolo dei conterranei della sua generazione.

Nei venerdì di ottobre alle 20.30, collateralmente alla mostra, il Museo Civico San Rocco ospiterà un ciclo di conferenze a tema, a cura di Paola Babini, con il seguente programma:

Venerdì 7, Claudio Spadoni, Storie d’arte e critica tra Ottocento e Novecento (Maretti Editore).

Venerdì 14, Maria Rita Bentini, Capire l’arte contemporanea oltre la cornice. Un percorso dagli anni Sessanta a oggi, attraverso nuovi materiali, spazi, concetti.

Venerdì 21, Chiara Pausini, Le potenzialità espressive del mosaico contemporaneo tra memoria e sperimentazione.

Venerdì 28, Paola Babini, Il disegno archetipo della pittura ma anche espressione autonoma di una grande modernità.