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Arte e Cultura
You Tourned the Tables on Me: i ritratti del fotografo Roberto Masotti

You Tourned the Tables on Me: i ritratti del fotografo Roberto Masotti

Quando
Fino al 30 Set 2023
Orario

Dal martedì al venerdì ore 8.30-19.30, sabato e domenica 8.30-14; prima domenica del mese e 23 luglio 8.30-19.30.


Inaugurazione 21 giugno ore 18

Dove
Ravenna - Manica Lunga del Museo Nazionale - Via San Vitale 17
Descrizione

Era un lavoro paziente e meticoloso quello di Roberto Masotti, un lavoro che cominciava prima degli scatti; iniziava, piuttosto, con l’interesse per la musica, specie quella di ricerca e sperimentazione. Al “fotografo della musica” scomparso l’anno scorso, Ravenna Festival dedica la mostra You Tourned the Tables on Me, curata dalla compagna di vita e scatti Silvia Lelli.

Centoquindici ritratti di musicisti contemporanei “con tavolino”: tra il 1974 e l’81, un vecchio e malconcio oggetto di arredo, acquistato in un campo rom alla periferia di Milano, divenne infatti co-protagonista di un percorso fotografico che solo uno spirito visionario, tenace e ironico come quello di Roberto Masotti poteva concepire con la complicità dei suoi soggetti: da Juan Hidalgo a Philip Glass, da Luciano Berio a John Cage, da Michael Nyman a Steve Lacy, Demetrio Stratos, Brian Eno… 

«È certamente sbagliato scrivere tourned in luogo di turned, come faccio nel titolo. Attribuisco questo “consapevole” errore alla forma rotonda (round) del tavolino, ma potrebbe anche riferirsi al viaggiare (tour). Questo progetto, da me perseguito con ostinazione per otto anni, ha fatto sì che l’oggetto attraversasse diversi paesi europei, ripetutamente. Ero spinto sì da un istinto evidentemente irrazionale (si pensi al disagio), quanto irresistibilmente attratto dalla “nuova musica”»: scriveva così Roberto Masotti per la prefazione del libro fotografico You Tourned the Tables on Me, volume pressoché irreperibile prima della riedizione promossa lo scorso autunno da Fondazione Ravenna Manifestazioni con seipersei editore.

Il malconcio, sgangherato tavolino è entrato nella vita di Roberto Masotti in un assolato pomeriggio di maggio di quasi cinquant’anni fa, acquistato alla periferia di Milano da rom dediti alla compravendita di rottami di ferro. Usato incidentalmente per la prima volta come attrezzo di scena per l’artista Fluxus Juan Hidalgo, il tavolino è diventato il comune denominatore di una serie di ritratti il cui titolo riprendeva – con la variazione da turned a tourned – il titolo di una vecchia canzone di Broadway che Billie Holiday amava interpretare. Ogni musicista coinvolto era invitato a prendere visione di tutte le immagini precedentemente selezionate e decideva liberamente come agire nei confronti del suo…coprotagonista. Proprio come il tavolino ha errato per diversi Paesi europei, così Masotti si è mescolato ai nomadi del suono in un continuo attraversamento di frontiere, esplorando le nuove terre incognite della musica.

Perché Roberto Masotti era là, prima di molti altri; là dove la musica accadeva o stava per accadere. È stata forse questa la sua grande maestria. Fin dai primi anni Settanta ha respirato l’aria che respiravano i suoi soggetti: fotografare la musica – anzi, le musiche – non è tanto questione di catturare l’attimo, ma di liberarlo, piuttosto, lasciarlo risuonare ed espandere oltre i confini dello scatto, raccontare una storia (uno spartito) che è già cominciata e deve ancora finire.

Facendosi testimone di una meravigliosa stagione di creatività, Masotti ha lasciato un’impronta indelebile, che continua a vivere in ogni scatto ma anche nel ricordo di chi l’ha conosciuto e lavorato con lui, incluso Ravenna Festival, con cui ha sovente collaborato, da solo o con la moglie Silvia, anche, ma non solo, in virtù dell’indissolubile legame con Ravenna, loro città natale.

Alle 19 di mercoledì 21 giugno, in occasione della Festa della musica, dopo il vernissage (ingresso su via Benedetto Fiandrini), Luca Maria Baldini presenta il progetto We still have hands, un omaggio a Meredith Monk – il cui ritratto è in esposizione – e alla sua Dolmen Music, composizione sperimentale e visionaria su cui Baldini, al live electronics, attua microvariazioni che rievocano simbolicamente la logica dell’innesto.

Dettagli
Ingresso con biglietto del Museo Nazionale: € 6 + 1 euro devoluto ai recenti eventi alluvionali in Emilia-Romagna, Marche e Toscana.
A seguito dell’alluvione che ha colpito Lugo, la mostra originariamente prevista alle Pescherie della Rocca è stata riprogrammata al Museo Nazionale di Ravenna grazie alla collaborazione della Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna.
La mostra è resa possibile dal sostegno di Assicoop Romagna Futura ed Edilpiù. 
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